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L'Italia è la protagonista
dell’economia blu europea

La Relazione 2025 della Commissione UE conferma la crescita dell’economia blu europea. L’Italia emerge per occupazione e valore aggiunto, soprattutto nel turismo costiero e nel trasporto marittimo, con risultati positivi frutto di innovazione, cooperazione e sostenibilità ambientale.

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di Claudio Puliti

Nel 2021, la Commissione UE ha introdotto un nuovo modello di sviluppo dell’economia blu, cioè di quella particolare economia basata sullo sfruttamento sostenibile del mare attraverso ricerca, innovazione, cooperazione tra Paesi rivieraschi e operatori marittimi.

Un passo rilevante è stato l’allineamento delle attività marittime agli obiettivi del Green Deal, promuovendo coerenza e sinergie tra i settori economici che vivono di mare chiamando tutti gli operatori a salvaguardarne l’integrità.

La Commissione europea il 22 maggio 2025 ha pubblicato la Relazione 2025 sull’economia blu nell’UE che fornisce interessanti stime dei risultati economici ottenuti nei sette settori dell’economia blu dell’UE e cioè:

  • Risorse marine viventi (pesca e aqua-coltura),

  • Risorse marine non viventi (Industria estrattiva marina),

  • Energia rinnovabile marina (Impianti eolici offshore),

  • Attività portuali,

  • Cantieri per costruzioni navali e riparazioni,

  • Trasporto marittimo,

  • Turismo costiero.

Nel Report emerge una traiettoria ascendente dei risultati economici prodotti dai 7 settori inclusi nell’economia blu. A partire dal 2022, anno in cui è iniziata la ripresa dopo il COVID-19, sono state impiegate direttamente 4,82 milioni di persone, sono stati generati quasi 890 miliardi di € di fatturato con un valore aggiunto lordo (VAL) di 250,7 miliardi di €.

Le stime indicano che i settori dell’economia blu dell’UE hanno continuato a crescere anche nel 2023, contribuendo per 263 miliardi di € al VAL dell’UE e impiegando 4,88 milioni di persone.

Risultati davvero rilevanti, che riportati in casa Italia assumono contorni ancor più positivi: 400.000 persone impiegate (1,8% della forza lavoro italiana) e VAL approssimativamente pari a 18.2 miliardi di € (1,1% del dato complessivo nazionale).

Il settore più importante della Blue Economy in Italia è il turismo costiero, un settore particolarmente vulnerabile a shock come quelli generati dal COVID-19 e dalla successiva crisi energetica. Il settore contribuisce a oltre il 30% del VAL della Blue Economy del Paese e a quasi la metà della sua forza lavoro. Il secondo settore della Blue Economy in Italia in termini di VAL è il trasporto marittimo, che rappresenta il 19% del VAL totale della Blue Economy e il 15% della sua occupazione.

Le coste italiane si estendono per 9.136 km, rappresentando l'8,75% del totale delle coste dell'UE. Cinque porti marittimi italiani figurano tra i primi 30 porti d'Europa per peso lordo delle merci movimentate (dati del 2021): Trieste (8°), Genova (13°), Livorno (22°), Ravenna (24°) e Venezia (30°). Altri grandi porti container sono i porti di Gioia Tauro, Cagliari, Augusta, Taranto, Milazzo, Napoli. In totale, i porti container italiani movimentano oltre 490 milioni di tonnellate di merci all'anno. Per quanto riguarda l'attività di pesca, i porti principali sono Mazara del Vallo, Trapani, Palermo, Chioggia, Ancona, Molfetta e Manfredonia.

Nell'UE, l'Italia è al 2° posto per occupazione nei settori della pesca e acqua-coltura e del trasporto marittimo; al 3° posto per VAL nei settori del turismo costiero e della costruzione e riparazione navale; al 5° posto per VAL e al 6° posto per occupazione nelle attività portuali.

Con le vacanze estive all'orizzonte e le coste marine pronte a essere assediate dai vacanzieri, è il momento perfetto per brindare ai successi dell'economia blu italiana. Ricordiamoci però che questo successo è il frutto di un processo di riconciliazione tra sviluppo economico, tutela dell'ambiente e cura del tessuto sociale, iniziato negli anni '70 e portato avanti con innovazioni da capogiro nel settore industriale e con un cambio culturale epico tra le persone. L’armonia tra la dimensione economica, l’equità sociale e il rispetto dell’ambiente, sono state profeticamente indicate da Papa Francesco nel 2013 con l’Enciclica Laudato Sii come condizione imprescindibile per lo sviluppo integrale del Creato.

Continuiamo a navigare fiduciosi su questa rotta!

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