
Gli Atti degli Apostoli non finiscono:
la missione della Chiesa continua
Nel quinto e ultimo incontro degli esercizi spirituali quaresimali (14 marzo), Laura Paladino ha spiegato come gli Atti degli Apostoli restino aperti perché la missione della Chiesa continua oggi. Ha approfondito il suo ruolo nella storia, la missione universale e l’importanza della fede, del corpo e della vita.
Gli esercizi spirituali quaresimali di Laura Paladino si concludono con un approfondimento sulla seconda parte degli Atti degli Apostoli, il cammino missionario di Paolo e il primo concilio della Chiesa. Il racconto degli Atti rimane aperto, perché la storia della Chiesa continua ancora oggi nella testimonianza dei cristiani.
Un libro senza epilogo: la Chiesa continua a scrivere gli Atti
Nel quarto e ultimo incontro degli esercizi spirituali quaresimali, Laura Paladino ha approfondito il significato della seconda parte degli Atti degli Apostoli. "Gli Atti non finiscono, non hanno un epilogo costruito", ha spiegato, sottolineando come il testo si concluda senza raccontare la morte di Paolo. L’ultima immagine è quella dell’Apostolo che insegna ogni giorno a Roma, predicando il Vangelo. "Noi oggi siamo dentro gli Atti degli Apostoli, perché la missione della Chiesa continua attraverso i suoi pastori e ogni fedele battezzato".
L’annuncio del Vangelo tra fedeltà alla tradizione e apertura alle culture
Dopo il battesimo di Paolo e il suo ingresso nella comunità apostolica, cominciano i viaggi missionari. Paolo, ha spiegato Paladino, si trova a confrontarsi con una sfida cruciale: "Come tradurre il lascito della tradizione ebraica custodendo la novità di Gesù?". L’Apostolo delle Genti è chiamato a rendere accessibile la fede biblica a un mondo pagano, trasmettendo la speranza della resurrezione, che non è semplice immortalità dell’anima, ma trasformazione e pienezza della vita. "Paolo si impegna a far comprendere che la resurrezione del corpo significa che noi, con la nostra identità e le nostre relazioni, saremo per sempre con Cristo", ha sottolineato.
Il primo concilio della Chiesa: il dibattito sulla circoncisione
Nel capitolo 15 degli Atti si affronta una delle prime grandi tensioni all’interno della Chiesa. "Il problema nasce ad Antiochia, dove alcuni giudei insistono sulla necessità della circoncisione per i convertiti", ha spiegato Paladino. La questione è così importante da spingere Paolo e Barnaba a recarsi a Gerusalemme per discuterne con gli apostoli. "Questo è il primo concilio della Chiesa, un momento di confronto sinodale in cui ciascuno presenta la sua posizione con parresia", ha detto. Pietro sostiene la necessità della circoncisione, Giacomo richiama la Scrittura, mentre Paolo afferma che ciò che conta è essere "nuova creatura in Cristo". Alla fine, si segue la linea di Giacomo: "Non si imponga la circoncisione ai convertiti, ma si chieda di astenersi dall’idolatria, dalle unioni illegittime e dagli animali soffocati".

La fede, il corpo e la vita: tre fondamenti per la comunità cristiana
Paladino ha spiegato come le tre indicazioni del concilio di Gerusalemme abbiano ancora oggi un significato profondo. "La richiesta di astenersi dall’idolatria ci ricorda di custodire la fede, evitando di mettere al centro della nostra vita altro che Dio", ha detto. "Oggi gli idoli non sono più le statue pagane, ma il successo, il denaro, la carriera". Il secondo precetto, quello sulle unioni illegittime, riguarda la dignità del corpo: "Il nostro corpo è tempio dello Spirito Santo, non possiamo farne ciò che vogliamo, perché è stato creato per l’eternità". Infine, il divieto di consumare il sangue richiama il valore della vita: "Dio è il custode della vita umana, dal concepimento alla morte naturale. Nessuno può decidere quando una vita è degna di essere vissuta".
L’unità nella Chiesa e il valore del discernimento
La decisione finale del concilio di Gerusalemme mostra anche l’importanza del discernimento comunitario. "Non sempre prevale la voce di Pietro, perché il Papa raduna i sinodi per ascoltare il popolo di Dio e trovare la parola giusta per il nostro tempo", ha spiegato Paladino. Come allora, anche oggi la Chiesa è chiamata a leggere i segni dei tempi e rispondere con saggezza e fedeltà alla Parola di Dio. La missione degli Apostoli continua attraverso l’insegnamento della Chiesa e la testimonianza di ogni credente. "Gli Atti degli Apostoli non sono finiti, li stiamo scrivendo noi, giorno dopo giorno, con la nostra vita di fede".