Da Parigi al Carmelo: pellegrini di speranza per il Giubileo dei giovani
Oltre cento ragazzi da periferie di Parigi ricevuti nella nostra parrocchia: ospitalità, momenti di preghiera, condivisione e comunione. Un’esperienza che intreccia cultura, lingue e vite sotto il segno della fede viva e dell’impegno fraterno

di Riccardo Benotti
Quest’anno Roma ha accolto oltre un milione di giovani pellegrini provenienti da tutto il mondo, tutti riuniti a Tor Vergata per ascoltare le parole del Papa. Durante l’omelia, il Santo Padre ci ha fatti riflettere: la pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo né, come abbiamo sentito nel Vangelo, da ciò che possediamo. È legata piuttosto a ciò che con gioia sappiamo accogliere e condividere. Comprare, ammassare, consumare non basta. Abbiamo bisogno di alzare gli occhi, di guardare in alto, alle “cose di lassù”, per renderci conto che tutto ha senso, tra le realtà del mondo, solo nella misura in cui serve a unirci a Dio e ai fratelli nella carità, facendo crescere in noi “sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità”, di perdono, di pace, come quelli di Cristo. E in questo orizzonte comprenderemo sempre meglio cosa significhi che “la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”.
“Carissimi giovani, la nostra speranza è Gesù”, ha detto il Papa. È Lui, come diceva san Giovanni Paolo II, “che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna” (XV Giornata mondiale della gioventù, veglia di preghiera, 19 agosto 2000). Papa Leone ha posto l’attenzione sulla distrazione che governa i nostri giorni e su tutte le chimere che giovani e non sono portati a seguire, illudendosi che comprare, ammassare e consumare sia la via per la gioia. Il Santo Padre ci invita a fare qualcosa in più, a non fermarci in superficie e a riporre la nostra speranza in Gesù, che non delude mai. Ci esorta a vivere il Vangelo ed essere testimoni di una Chiesa sempre viva.
Come testimoni e pellegrini di speranza, in occasione del Giubileo dei Giovani, la nostra parrocchia ha avuto la gioia di aprire le porte a più di cento ragazzi provenienti dalle zone periferiche e difficili di Parigi. Non si è trattato soltanto di un gesto organizzativo o logistico: è stato un vero atto di fraternità, che ha permesso a una comunità locale di farsi parte di un’esperienza più grande, capace di unire culture, lingue e vissuti diversi sotto un unico segno: quello della fede e della speranza.
Le aule che durante l’anno vediamo animate dai bambini del catechismo, e l’oratorio che ogni domenica risuona di voci e giochi, sono stati trasformati in dormitori, pronti ad accogliere i pellegrini che ci erano stati affidati dal Dicastero per l’Evangelizzazione. Dopo un lungo e impegnativo viaggio in pullman, i giovani sono stati accolti dai volontari con un piccolo rinfresco preparato con cura e semplicità, segno concreto dell’ospitalità della nostra comunità.
La loro permanenza è stata breve, appena tre giorni, ma ricca di momenti di fede e fraternità. I ragazzi hanno partecipato con entusiasmo sia alla veglia che alla messa presieduta da Papa Leone, vivendo insieme a tanti altri coetanei l’esperienza di una Chiesa viva, giovane e accogliente. Tor Vergata si è trasformata in un immenso spazio di comunione, e la gioia respirata in quei momenti resterà impressa nel cuore di chi c’era.
Anche in parrocchia non sono mancati i momenti di preghiera condivisa, tra cui la messa celebrata da don Vincent, il sacerdote che ha accompagnato il gruppo, punto di riferimento spirituale e umano per tutti i ragazzi francesi. Dietro a tutto ciò, un lavoro lungo e silenzioso, fatto di preparativi, riunioni e sacrifici, ma sempre vissuto con dedizione e spirito di servizio. Ogni volontario ha offerto il proprio contributo, piccolo o grande che fosse, rendendo possibile questa esperienza.
Ecco allora che il Giubileo si è trasformato non solo in un evento da ricordare, ma in un laboratorio di fraternità: accogliere ha significato imparare a lasciarsi accogliere, donare ha significato anche ricevere. Perché nel volto dei giovani ospitati abbiamo riconosciuto il volto stesso di Cristo pellegrino, che continua a bussare alle porte delle nostre comunità.
Sono stati giorni vissuti con pienezza e come dono reciproco: per i giovani accolti, che hanno sperimentato la bellezza di sentirsi parte di una comunità più grande; e per la nostra parrocchia, che ha riscoperto la gioia del servizio, dell’accoglienza e della fraternità.
Al momento della partenza, don Vincent ha voluto lasciare un messaggio di gratitudine a don Fernando e a tutti i volontari:
«Grazie tante don Fernando e Francesca e tutti i benevoli della parrocchia! Grazie per le foto. Veramente, la vostra accoglienza ci ha colpiti tutti: ci siamo sentiti come a casa, felici dell’incontro, anche se il tempo era limitato… Papa Leone ci ha invitato all’amicizia, e voi ci avete permesso di viverla durante questi giorni a Roma. Ancora grazie. Teniamo anche le belle parole di don Fernando: grazie per la testimonianza della vostra fede. Possiamo dire lo stesso di voi, con una fede espressa negli atti, con tutto ciò che avete fatto per noi nel nome di Gesù! Tutti pellegrini di speranza! Rimaniamo uniti nella preghiera.»
Un Giubileo che non si è limitato a un evento straordinario, ma che lascia un’eredità spirituale: ci ricorda che la speranza non è un concetto astratto, ma una realtà concreta che si costruisce ogni giorno con piccoli gesti di amore e solidarietà. In un tempo particolarmente segnato da guerre, indifferenza e solitudini, l’incontro con questi giovani pellegrini ha aperto uno squarcio di speranza, un invito a credere che l’amicizia e la fede possono ancora cambiare le sorti del mondo.